Queste righe
intendono far luce sui significati di determinati atteggiamenti che fanno parte
dello spettro narcisista, ma non per questo intendono
giustificarli.
Il sadismo si può generare come reazione alla ferita
dell'amore tradito o manipolato. Questo sadismo, misto a sua volta di manipolazione, può risultare subdolo e
spesso non riconosciuto da chi lo mette in atto, perciò va a governare in modo più o meno consapevole determinati atteggiamenti.
Sadismo e manipolazione: due elementi narcisisti che costituiscono una reazione difensiva a determinate esperienze (soprattutto quelle più strette, caratterizzate da affetto e amore) e che incatenano al passato.
All’interno
della ferita narcisista sta la confusione e lo scambio tra AMORE e PERICOLO,
inteso come pericolo di essere manipolati e usati. Questo perché, nella propria
infanzia, il rapporto d'amore con le proprie figure genitoriali era misto di
aspetti manipolatori, per esempio: seduzione/senso di colpa, idealizzazione/svalutazione
e umiliazione, abuso psicologico. Questi aspetti, facenti parte della
personalità del genitore, erano agiti più o meno inconsapevolmente, senza
l'intento di arrecare volontariamente danno al bambino.
Perciò, il
bambino ha conosciuto i ruoli di vittima, carnefice e salvatore; probabilmente
è stato oggetto di idealizzazioni quanto di temute svalutazioni. E’ stato
difficile per lui incontrare un amore puro, sviscerato da questi aspetti
manipolatori: la sua affettività è stata invasa/violata da “altro”.
Come risultato di questa infanzia, ci si costruisce delle difese per scampare a questo pericolo di essere di nuovo manipolati e/o umiliati; per non essere più manipolati si manipola, si abusa
psicologicamente dell'altro. Si impara ciò che si è vissuto, come per osmosi, e
lo si ripete più o meno naturalmente, valutando superficialmente le conseguenze che questo atteggiamento ha sull'altro, a meno che non si scelga volontariamente di rompere questo ciclo e prenderne coscienza in maniera più profonda.
La paura di
essere di nuovo invasi e manipolati può essere così forte da accecare l’esperienza
genuina del contatto umano profondo. Ma in questo modo si chiude altresì l'accesso al contatto profondo e amorevole con sé stessi.
Insieme
all’incapacità di riconoscere il dolore che si cela dietro al proprio sadismo,
si perde la capacità di riconoscere l’amore.
Essere stati
manipolati o traditi umanamente, "ieri", nelle proprie richieste
d’affetto mosse verso le persone più care, non autorizza a demolire a propria
volta le persone care che si hanno intorno "oggi".
L’atteggiamento sadico che necessita
di essere scaricato su qualcuno, trova presa sulla ferita scoperta dell’altro:
dove c’è apertura, perciò vulnerabilità, si può colpire; e lo si fà magari
attraverso una frase sottilmente svalutante e umiliante, uno sguardo o un gesto
(ciò che si è subìto e imparato). E’ una vana rivalsa, che in realtà perpetua la
sofferenza. In questo modo, il dolore antico col quale non si è più in
contatto, lo si fa provare all’altro, scaricandoglielo. Anche questa volta
(tristemente) l’altro è specchio di una parte di sé che non si accetta: la
parte che un tempo sapeva e voleva amare, l'unica in grado di riportare la
persona alla "vita emotiva".
Umiliando l’altro,
anche questa parte di sé viene umiliata, sminuita, negata: si tratta della
parte tenera, che prova sentimenti, quella che permette di uscire da queste
dinamiche tossiche.
Questa parte,
scissa da sé, la si vede nell'altro e la si percepisce come qualcosa di estraneo,
da rifiutare.
In questo modo, il vuoto continuerà a manifestarsi fino a quando non si permette a quella parte di fare ritorno a casa, facendo ritorno a sé.
Ogni volta che si mette in atto la propria parte sadica verso l’altro, il riflesso batte su di sé.
Il sadismo e la manipolazione sviliscono in primis sé stessi e il rischio più grande è quello di perdersi l’ossigeno migliore, quello dato dai sentimenti.
In questo modo, il vuoto continuerà a manifestarsi fino a quando non si permette a quella parte di fare ritorno a casa, facendo ritorno a sé.
Ogni volta che si mette in atto la propria parte sadica verso l’altro, il riflesso batte su di sé.
Il sadismo e la manipolazione sviliscono in primis sé stessi e il rischio più grande è quello di perdersi l’ossigeno migliore, quello dato dai sentimenti.
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